L'osteopatia è una disciplina terapeutica e un'insieme di conoscenze specifiche basate sull'anatomia e sulla fisiologia del corpo umano, sulla comprensione di come intervengono i differenti tessuti biologici nella comparsa della malattia e sull'applicazione di tecniche volte a normalizzare le funzioni alterate.
PRINCIPI DI BASE
L'osteopatia si basa su alcuni principi imprescindibili che costituiscono le fondamenta di questa disciplina:
–La struttura governa la funzione: la struttura rappresenta le differenti parti del corpo, come ossa, muscoli, fasce, visceri, ghiandole mentre la funzione è l'attività di ognuna di queste parti, come la funzione respiratoria o cardiaca; il disordine della struttura non permette alla funzione di realizzarsi come dovrebbe e questa mancata armonia da origine alla malattia
–L'unità del corpo: come metodologia olistica (dal greco olos=tutto) l'osteopatia considera l'individuo nella sua globalità ed ogni parte costituente la persona, psiche inclusa, è dipendente dalle altre e solo il corretto funzionamento di ogni parte assicura l'equilibrio psicofisico e dunque il benessere.
–L'autocura: il corpo ha in se i mezzi necessari per sopprimere la malattia. Questo avviene a condizione che i suoi mezzi siano liberi di funzionare correttamente, ovvero non ci siano ostacoli sui condotti nervosi, linfatici, vascolari al fine che la nutrizione cellulare e l'eliminazione dei prodotti di scarto siano ottimali.
–La legge dell'arteria: il sangue è il mezzo di trasporto di tutti gli elementi che permettono di assicurare un'immunità naturale. Il ruolo dell'arteria è fondamentale. La sua perturbazione implica una cattiva circolazione arteriale con conseguente ritorno venoso più lento e difficoltoso e ciò provocherà accumuli di tossine. La malattia trova terreno fertile in un organo indebolito dove basta uno stress importante affinché esso non possa rispondere come dovrebbe.
DI COSA SI TRATTA
L'intervento osteopatico è particolarmente indicato in stati prepatologici, di malfunzionamento funzionale o manifestazione sintomatiche iniziali, tuttavia per carenza di cultura sanitaria nella maggioranza dei casi vediamo pazienti in una fase avanzata della patologia. In entrambi i casi l'osteopatia agisce facilitando i meccanismi di autoregolazione, permettendo al corpo il recupero dell'equilibrio e la normalizzazione delle funzioni alterate, che si traduce in una riduzione della sintomatologia e il ritorno alla stato di salute. L'osteopata mira al recupero dello stato di omeostasi o equilibrio meccanico dell'insieme dei tessuti corporali muscolo-scheletrici, nervosi, viscerali, circolatori, ecc... attraverso l'applicazione di tecniche manuali mirate a quei tessuti identificati come patologici nel diagnostico osteopatico. L'Osteopatia è una disciplina prettamente manuale, in quanto non prevede l'utilizzo ne di farmaci ne di mezzi di terapia fisica.
COME SI APPLICA
Partendo da un diagnostico funzionale, l'osteopata utilizza un insieme di metodi e tecniche di tipo esclusivamente manuale e con finalità terapeutica o preventiva rivolti ai diversi tipi di tessuti del nostro corpo. Con questo di ottiene, in forma diretta o riflessa, delle reazioni fisiologiche che normalizzano le differenti alterazioni muscolari, osteoarticolari, organiche e funzionali, migliorando o risolvendo il quadro clinico del paziente. L'osteopatia non considera dunque unicamente problematiche dell'apparato locomotore, anche se queste sono nella stragrande maggioranza dei casi il fattore scatenante che porta il paziente a venire da noi. Infatti il dolore somatico (muscolo-scheletrico) va contestualizzato nei differenti sistemi dell'organismo relazionando possibili riflessi viscero-somatici, psico-somatici e somato-psichici. Per esempio, un dolore somatico a livello dorsale può essere il riflesso di un'affezione viscerale digestiva, fattispecie che dovrà essere messa in evidenza durante il diagnostico. In tal modo il trattamento sarà orientato a risolvere la reale causa del problema e non soltanto il sintomo. Avremo quindi una disfunzione primaria, in questo caso il problema digestivo, che è la causa del disequilibrio meccanico dorsale che porta quel segmento di colonna vertebrale a risultare doloroso. La relazione tra la disfunzione primaria e la zona di manifestazione del sintomo non è spaziale, essi possono trovarsi a distanza tra loro, ma data da connessioni nervose, dalla vascolarizzazione o da catene miofasciali. Altro esempio può essere una lombalgia che risponde come causa primaria ad una distorsione di caviglia mal trattata. Questo genera alterazioni della biomeccanica del passo che porta a sovraccaricare la zona lombare e qualche altro livello vertebrale, provocando dolore e deficit funzionale.
Un aspetto importante della competenza dell'osteopata è eseguire un buon diagnostico, facendo un'accurata diagnosi differenziale per determinare problemi di competenza medica ed indirizzare il paziente dallo specialista di riferimento. Questo significa che la complementarietà e il rapporto medico-osteopata deve essere totale, per garantire al paziente un approccio multidisciplinare efficace.
CAMPI
DI INTEVENTO
Ad
oggi possiamo dividere l'osteopatia in tre grandi gruppi, a seconda della
tipologia di tessuto che andiamo a considerare:
–osteopatia
strutturale: rivolta al sistema muscolo-scheletrico, dove le tecniche
osteopatiche mirano alla risoluzione della disfunzione somatica. Prendiamo ad
esempio la colonna vertebrale, un movimento non coordinato o un atteggiamento
posturale sbagliato mantenuto nel tempo possono portare alla fissazione di una
o più vertebre, ovvero alla perdita del loro naturale movimento fisiologico.
Questa condizione si relaziona con un'alterazione dei recettori
capsulo-legamentosi e dei fusi neuro-muscolari i quali sono responsabili dello
spasmo muscolare che si accompagna. Poiché il muscolo non è più in grado di
rilassarsi la fissazione articolare si mantiene nel tempo. Inoltre nella zona
in questione si crea una stasi vascolare locale che favorisce la degenerazione
tissutale e la formazione di edema facendo si che il muscolo diventi fibroso e
quindi meno elastico. Questi elementi favoriscono il cronicizzarsi della
lesione e il consolidarsi di una sintomatologia dolorosa. L'intervento manuale
osteopatico rompe questo circolo vizioso.
–Osteopatia
viscerale: rivolta a trattare quei tessuti che partecipano nella funzione
viscerale, come le membrane fibrose, i differenti piani di scivolamento tra gli
organi, i vasi sanguigni, i nervi, insomma tutti quei tessuti che assicurano il
funzionamento dell'organo non debbono presentare delle disfunzioni. Infatti
lesioni patologiche producono delle fissazioni viscerali, il viscere perde la
sua naturale capacità di movimento all'interno della cavità alla quale
appartiene. Se il corpo non trova un adattamento a questa situazione si creerà
un disturbo. Inoltre i visceri che soffrono manifestano molto spesso i loro problemi
a distanza, sull'apparato locomotore. In questo caso l'obbiettivo del
trattamento osteopatico è quello di restituire al viscere la sua mobilità
primitiva fisiologica eliminando tutte le disfunzioni dei tessuti che si
relazionano, in prossimità o a distanza, con esso. Tra di essi di particolare
importanza è l'aspetto circolatorio ovvero quello che porta il nutrimento al
viscere ed elimina le tossine di scarto, solo così l'organo può funzionare al
massimo delle sue capacità.
–Osteopatia
craniale: lavora per liberare e facilitare la micro-mobilità delle ossa
craniali. Alterazioni posturali, traumatismi, disequilibri muscolari possono
colpire i nervi cranici, le arterie del cranio, le ghiandole o altri tessuti
nel loro passaggio attraverso gli orifizi craniali o all'interno di esso,
potendo così provocare neuralgie, disturbi della vista o dell'udito, vertigini,
emicranie e attraverso il sistema neuro-vegetativo distrurbi digestivi,
respiratori o vascolari.
–Terapia
cranio-sacrale: agisce sul congiunto cranio-sacro connessi dalle membrane
meningee, ristabilendo il normale movimento fisiologico definito respirazione
primaria.
LA
VISITA OSTEOPATICA
La
parte più importante dell'approccio osteopatico è senza dubbio la valutazione
iniziale.
L'osteopata
attraverso una serie di domande mirate raccoglie quante più informazioni
possibili sull'anamnesi prossima e remota, formulando un'ipotesi della causa
primaria del problema.
La
visita segue con un'ispezione statica, dove si mettono in evidenza alterazioni
posturali, osservando il paziente nei vari piani dello spazio. Si indaga
inoltre l'appoggio del piede a terra. Si passa quindi ad un'ispezione dinamica
dove vengono fatti eseguire dei movimenti attivi per valutare l'equilibrio
articolare e la funzione muscolare nonché eventuali restrizioni fasciali. Con
queste informazioni si eseguono test analitici per diagnosticare la disfunzione
del tessuto corrispondente al problema del paziente. Unendo tutte le
informazioni raccolte e confrontandole con gli esami strumentali (radiografia,
tac, risonanza magnetica) o altre prove mediche si giunge al diagnostico
osteopatico.
IL
TRATTAMENTO
Nel
trattamento l'osteopata si avvale di un ampio ventaglio di tecniche che
permettono di trattare molteplici disfunzioni attraverso percorsi terapeutici
differenti impostati in base alla tipologia del paziente ed alle sue necessità
Negli
anziani, nei bambini, nei pazienti affetti da osteoporosi o che hanno subito un
trauma si prediligono tecniche dolci e poco invasive, come le tecniche
fasciali, di mobilizzazione articolare o di muscolo-energia. Nei giovani, negli
sportivi ed in tutti quei pazienti che non presentano controindicazioni possono
essere usate tecniche manipolative dirette o semidirette, ad alta velocità e
bassa ampiezza, mirate alla correzione meccanica della disfunzione ed alla
stimolazione del sistema neurovegetativo.
Finito
il trattamento si esegue una rivalutazione per registrare le correzioni
ottenute. Il paziente viene rivisto solitamente non prima di una settimana, affinché
il corpo abbia il tempo di mettere in atto i naturali meccanismi di
autoguarigione stimolati dal trattamento.
Il numero di sedute necessarie alla risoluzione del
problema e la loro periodizzazione sono differenti a seconda del paziente e
vengono stabiliti con il progredire della terapia.